intervista cliente

 

Intervista a Damiano Peloso, fisioterapista presso lo Studio Bologna Fisioterapia e Osteopatia di Roma.






1 Spazi Interni:

 

1.1 Quali spazi ritenete indispensabili in un centro di riabilitazione motoria? (Esempio: sale terapie, aree relax, uffici amministrativi, ecc.)

 

in un luogo addetto alla riabilitazione motoria gli spazi fondamentali sono principalmente un atrio dedicato alla segreteria, una stanza adibita a tenere i macchinari per le terapie strumentali e stanze ampie dedicate alla rieducazione motoria e propriocettiva. il numero di stanze poi è relativo al numero di dipendenti e agli obiettivi dello studio. luoghi come aree relax sono secondari e da inserire solo se possibile.

 

1.2 Esistono preferenze specifiche per la dimensione delle sale per le terapie individuali e di gruppo?

 

Le preferenze di grandezza per una terapia individuale sono quelle in cui la stanza permette al paziente o all’atleta di stare sdraiato a terra nelle varie direzioni e al terapista di muoversi liberamente senza rischiare di inciampare. in una terapia di gruppo le

richieste sono le stesse in relazione alla grandezza dei gruppi proposti.

 

1.3 Come andrebbero distribuiti gli spazi tra zone terapeutiche, diagnostiche e aree sociali per garantire il massimo comfort e funzionalità?

 

la zona sociale è all’entrata e corrisponde anche alla reception o segreteria, poi diviso da una porta a scorrimento può far comodo un corridoio con distribuite le stanze sempre chiuse da porte a scorrimento o tende.

 

 

2 Esperienza Utente:

 

2.1 In che modo gli utenti (atleti, fisioterapisti e staff tecnico) interagiscono normalmente con gli spazi? Ci sono aree che spesso risultano congestionate o sottoutilizzate?

 

sicuramente lo staff lavorativo passa più tempo in movimento tra i vari spazi mentre il paziente staziona o in reception o in stanza per la terapia. è fondamentale avere quindi una stanza adibita a tenere i macchinari per non congestionare le zone di passaggio e non occupare spazio utile per la terapia.

 

2.2 Quali elementi possono rendere l’esperienza del paziente più intuitiva e coinvolgente, oltre alla tecnologia (es. segnaletica, accessibilità, layout fluido)?

 

un’organizzazione intuitiva degli spazi con delle targhette per identificare le stanze ed evitare errori nella scelta. per rendere lo studio più accogliente sono sicuramente 

preferibili luci calde per non dare l’idea di “ospedale”, un personale cordiale e disponibilità ad offrire bevande come caffè ed acqua mentre il paziente aspetta.

 

 

 

3      Relazioni con il Contesto Esterno:

 

3.1 Il centro dovrebbe avere aree dedicate all’allenamento all’aperto o spazi che si integrano con il paesaggio esterno?

 

se c’è possibilità di adibire spazi esterni può essere utile soprattutto con pazienti con condizioni psicologiche particolari. ovviamente si parlerebbe di riabilitazione all’aperto solo in momenti permessi dalle stagioni. si può anche proporre terapia di gruppo all’esterno se non c’è una stanza abbastanza grande da permetterlo.

 

3.2 Quali relazioni visive o funzionali consigliereste tra spazi interni e ambienti esterni (es. campi da tennis, giardini riabilitativi)?

 

sicuramente una zona con vetrata ad apertura su un eventuale giardino privato è un’ottima idea per rendere lo studio ed il rapporto paziente-terapista ideale allo

svolgimento ed alla risoluzione della terapia.

 

4      Aree di servizio:

 

4.1 Quali altri servizi (es. bar, negozio di attrezzature, sala riunioni) potrebbero essere utili in un centro di riabilitazione?

 

una zona di ristoro può far comodo anche se non necessaria, mentre una sala riunioni può essere utile soprattutto se c’è necessità di parlare di situazioni lavorative durante l’orario di lavoro in cui altri terapisti occupano tutte le altre stanze.

 

4.2  Gli spazi dovrebbero includere aree per la formazione dello staff o per la collaborazione con altri professionisti (es. sale conferenze, aule didattiche)?

 

nel 90% dei casi i terapisti fanno corsi di formazione in luoghi adibiti all’insegnamento; quindi, sale specifiche per la formazione possono andare in disuso. come già detto, una semplice sala riunioni può essere utile.

 

 

5      Impatti Futuri:

 

5.1 Quali sono le tendenze future nel settore della riabilitazione sportiva? Come potrebbero influenzare la progettazione di un centro come questo?

 

 le tecnologie aiutano principalmente nell’ambito valutativo perché aumentano la precisione dei test per osservare il cambiamento di una situazione prima e dopo la terapia. quindi ciò può influenzare la creazione di uno spazio adibito solamente a test fisici e di mobilità per valutare al meglio il paziente/atleta.

 


5.2  Esistono rischi legati all’obsolescenza delle tecnologie o alle modalità operative che andrebbero considerati fin dalla fase di progettazione?

 

le tecnologie sono in continua evoluzione ma nell’ultimo decennio i macchinari sono tutti di alto livello, varia solo il prezzo in base all’esigenza specifica. sicuramente questo può influenzare in fase di progettazione poiché può essere utile acquistare macchinari all’avanguardia in modo da non rischiare di ricadere nell’obsoleto in pochi anni.

 

6      Considerazioni Specifiche per i Tennisti:

 

6.1  Esistono particolari esigenze fisiche o movimenti ricorrenti nei tennisti che richiedono spazi specifici o attrezzature particolari?

 

se si parla di riabilitazione una stanza che permette movimenti ampli sicuramente può bastare, soprattutto in un problema acuto. quando si tratta di tornare al campo invece le necessità sono più specifiche, di conseguenza, possono essere necessari spazi aperti e macchinari addetti a riproporre la specificità dei movimenti dello sport. anche una palestra riabilitativa in questo caso può aiutare.

 

6.2 Quali tipi di training o esercizi riabilitativi richiedono spazi dedicati?

 

gli spazi dedicati allo sport specifico diventano sempre più fondamentali a mano a mano che ci si avvicina al rientro alle competizioni o allo sport stesso. di conseguenza all’inizio di una riabilitazione, soprattutto se il problema non è di poco conto, possono essere messi in secondo piano. più l’atleta si avvicina al 100% e più necessiterà di spazi dedicati al riallineamento dei movimenti specifici.




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