Analisi di alcune opere d'arte moderna
Per l'analisi di un opera d'arte contemporanea ci siamo recati allo GNAM, dove abbiamo avuto il piacere di visitare tutto il museo circondati da opere di diversi artisti. Tra le tante una che ci ha colpito è "Zone Riflesse" di Paolo Scheggi 1963 (1); In quest'opera Scheggi utilizza queste tele rosse sovrapposte l'una sull'altra che presentano sulla loro superficie delle bucature ovali; Il tema della stratificazione si presenta anche nelle aperture circolari, in quanto esse stesse sono parzialmente concentriche l'una all'altra. L'opera invita quindi lo spettatore a interagire con essa, sia fisicamente che visivamente creando un esperienza personale legata al punto di vista dell'osservatore stesso. Girandoci intorno possiamo notare degli effetti di luci e ombre che si sovrappongono e cambiano al variare della nostra posizione, se frontale alla tela, o laterale.
Da qui, la nostra idea per reinterpretare l'opera è stata quella di andare a intervenire sull'aspetto plastico; Andiamo a sostituire la tela rossa monocromatica, con dei pannelli di plastica con una sfumatura che rompe la natura monocromatica iniziale dell'opera, oltretutto questi pannelli saranno semi-trasparenti, per andare ad aggiungere un ulteriore fattore che può andare ad alterare e a "personalizzare" l'esperienza di osservazione dell'opera stessa. Infatti i colori che si intravedranno dallo strato più profondo andranno ad alterare quello degli strati più superficiali, dando la possibilità alla luce di intervenire non solo come elemento che genera ombre e profondità, ma anche di penetrare l'opera stessa cambiandone la resa cromatica.
Tra le opere mostrate in aula invece, ci ha colpito la "Venere degli Stracci" (2) di Michelangelo Pistoletto; quest'opera mette in contrapposizione una copia della Venere, simbolo di bellezza eterna e idealizzato, con un mucchio di stracci, a rappresentare un rifiuto, dal punto di vista del consumismo e dalla cultura dello spreco che si porta con sè. Una contrapposizione che rimane in bilico tra la bellezza classica e i prodotti della società contemporanea.
La nostra idea per reinterpretare quest'opera è quella di denunciare sempre in maniera provocatoria l'aspetto consumistico della nostra società, ponendo l'accento sull'obsolescenza programmata e sul dei dispositivi elettronici che usiamo quotidianamente e sul consumismo digitale; a contrapporsi con la Venere, simbolo di bellezza eterna, invece che gli stracci una montagna di computer, cellulari e dispositivi elettronici, a sottolineare come nella nostra società questi dispositivi seppur performanti perdono di valore nel giro di pochi mesi non appena viene introdotto sul mercato un nuovo dispostivo, generando una serie di rifiuti tecnologici che a differenza dei vestiti vecchi e stracciati, sono composti da materiali decisamente più costosi e che richiedono attività di estrazione e lavorazione delle componenti metalliche e hardware che li compongono.
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